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Basta violenza e terrorismo contro i braccianti stranieri

Soumaila Sacko, un ragazzo di 29 anni, immigrato originario del Mali, è stato assassinato mentre assieme ad altri due fratelli immigrati cercava alcune lamiere – nell'area Ex Fornace nella zona di San Calogero (Reggio Calabria) – per costruirsi una baracca di fortuna dopo una giornata trascorsa a spaccarsi la schiena di lavoro nei campi.

Non è la prima volta che in Calabria – ma è capitato anche altrove – che personaggi border/line tra i clan malatirosi e l'universo dei padroni delle terre si divertono al “tiro al bersaglio” contro gli immigrati.

Spesso, quando non muore qualcuno o non ci sono feriti, questi atti criminali non vengono neanche denunciati ma raggiungono ugualmente il loro obiettivo che è quello di annichilire e terrorizzare gli immigrati per renderli docili allo schiavismo imperante nei campi e nelle bidonville che nascono in queste zone.

Ieri – purtroppo – è morto Sacko e sono rimasti feriti Madiheri Drame e Madoufoune Fofana allungando il lungo elenco di giovani immigrati che versano il sangue nelle campagne del Sud Italia, nelle diversificate filiere dell'agro/alimentare e che insieme alle migliaia di operai immigrati che faticano nelle industrie del Nord e alle decine di migliaia di badanti che integrano per pochi Euro il Welfare familiare contribuiscono alla crescita e l'affermazione del “made in Italy”.

Ancora una volta, solo per pochi giorni, assisteremo all'ipocrita esecrazione di quanti urleranno (...alla luna!) contro la violenza ma – come sempre è accaduto – non cambieranno di un millimetro le condizioni di sopravvivenza e di dignità dei giovani immigrati che tanto contribuiscono ai profitti delle aziende del settore e agli indici di produttività e di benessere della nostra “civiltà occidentale”.

Non è questo il momento di discutere, ulteriormente, delle questioni inerenti l'Immigrazione ed il corollario di snodi teorici, politici e culturali afferenti questa fenomenologia del capitalismo e della sua forma imperialistica.

Avremo altre sedi ed altri tempi per approfondire queste discussioni.

Ora è il momento di esprimere il nostro sdegno e la nostra rabbia contro questo ennesimo omicidio di un nostro fratello.

Bene, quindi, ha fatto l'Unione Sindacale di Base ad indire lo Sciopero dei braccianti per stigmatizzare questo episodio e per rinnovare i vincoli di solidarietà, di orientamento programmatico e di lotta in questa martoriata categoria.

Fermare il lavoro nelle campagne, rivendicare diritti, salario e dignità nelle nostre terre, opporsi al terrorismo contro gli immigrati e richiedere Verità e Giustizia per Sacko è la linea di condotta e l'impegno militante dei prossimi giorni.

In questo contesto di mobilitazione e proteste l'annunciata Manifestazione a Roma, del prossimo 16 giugno, è un altra tappa per ricostruire uno schieramento sociale e popolare contro l'azione liberticida del governo, contro la canea razzista e i pogrom contro gli immigrati.

La Rete dei Comunisti esprime la solidarietà umana e politica a tutta la comunità immigrata di Gioia Tauro e rafforza l'impegno dei suoi militanti per rilanciare la prospettiva politica e pratica di un nuovo movimento operaio e proletario dove gli immigrati sono parte decisiva e qualificante della lotta di classe del XXI° Secolo.



3, giugno, 2018

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