Intormativa

Questo sito utilizza cookie e tecnologie simili, anche di terze parti, per il corretto funzionamento e per migliorare la tua esperienza. Chiudendo questo banner, acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai alla sezione 'Cookie Policy'

Approvo

Contratto Metalmeccanici: Landini e la Fiom accettano di sottoscrivere il bidone!

Fiom, Fim e Uilm hanno sottoscritto con le diverse controparti interessate l’accordo per il settore metalmeccanico. Da una prima lettura dei materiali disponibili emerge, con nettezza, che i desiderata di Federmeccanica hanno trovato una piena concretizzazione.

 

Del resto basta osservare i primi entusiasti commenti (riportati dal sito del Sole 24Ore) delle varie teste d’uovo dell’establishment dei poteri forti per rendersi conto di questa situazione.

Struttura ed automatismi del salario, entità dei cosiddetti aumenti e molte altre voci, tra cui quella relativa agli istituti del welfare, di questo accordo corrispondono pienamente a quanto auspicato dai padroni e sono ben al di sotto delle già limitate ed asfittiche piattaforme rivendicative presentate delle organizzazioni sindacali presuntamente confederali all’apertura dei tavoli di trattativa.

Questo accordo – anche sul piano simbolico – chiude definitivamente la stagione della “anomalia Fiom” che tante speranze aveva suscitato, negli anni scorsi, tra migliaia di lavoratori ed attivisti che, spesso, hanno anche riempito le piazze. (https://retedeicomunisti.org/index.php/interventi/1365-la-fine-dell-anomalia-fiom-e-la-necessita-della-costruzione-del-sindacato-di-classe)

A poche ore da questo ennesimo cedimento delle organizzazioni sindacali complici vogliamo - come Rete dei Comunisti - evidenziare la parabola discendente del riformismo alla Landini la quale, anche attraverso questo passaggio contrattuale in una importante categoria del mondo del lavoro, compie un ulteriore stadio di subordinazione ed integrazione nelle vigenti compatibilità, politiche ed economiche, del capitalismo tricolore.

Una integrazione stringente e più matura resasi necessaria ai fini dell’accentuarsi dei fattori della competizione globale internazionale che richiedono al capitalismo nostrano - nell’ambito del generale scontro tra potenze - una sempre più pesante azione di svalorizzazione della forza lavoro e la distruzione sistematica di ciò che residua del vecchio “compromesso sociale” tra le classi.

A fronte di questo scenario – che, almeno all’immediato, seminerà nuova sfiducia e disorientamento tra quanti, tra lavoratori e delegati, avevano comunque, nei mesi scorsi, scioperato per la conquista di un Contratto Nazionale degno di questo nome – appaiono “fuori tempo massimo” e veramente molto rituali le dichiarazioni di quanti ancora si attardano nel tentare di alimentare funamboliche ed impossibili “opposizioni nella Fiom e nella Cgil”.

I veloci processi di centralizzazione autoritaria a scala continentale e la loro oggettiva “politicizzazione” stanno restringendo gli spazi di agibilità e di azione nelle fabbriche, nei territori e nell’intera società.

In tale contesto occorre dare voce, forze e rappresentanza politica ai settori popolari che stritolati nel tritacarne della crisi sistemica del capitale abbisognano di un moderno sindacato di classe e non della impossibile riedizione di una Cgil la quale, da lunghissimo tempo, ha smarrito la sua funzione.

Auspichiamo che già dai prossimi giorni si moltiplichino i dissensi e gli atti di ribellione contro questo autentico bidone contrattuale per tentare di sedimentare un tessuto operaio non normalizzato nel cuore di una significativo segmento della produzione. Un buon viatico per la ricostruzione/riqualificazione di una indispensabile difesa delle condizioni di vita e di lavoro della classe operaia!

 

Redazione di Orme Rosse, foglio di agitazione operaia della Rete dei Comunisti

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna

I nostri contatti

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

I nostri tweet