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Verso il referendum per l’indipendenza catalana

Dal 19 al 23 giugno ospiteremo in diverse città alcuni compagni e compagne indipendentisti provenienti dalla Catalogna, militanti della SEPC (Sindacato studentesco dei Paesi Catalani) e, a Bologna e Roma, Mireia Vehí Cantenys, deputata della CUP (Candidatura d'Unitat Popular), il fronte della sinistra indipendentista catalana.

Questo mentre il movimento indipendentista catalano prepara una nuova importante tappa: il referendum per l'indipendenza annunciato per il prossimo 1° ottobre.

Risale a quattro anni fa il plebiscitario risultato pro-indipendenza in un referendum che avrebbe richiesto una presa d'atto da parte delle istituzioni dello Stato spagnolo e il riconoscimento della volontà popolare. Ma questa volontà venne ignorata da Madrid, come in altre occasioni in tempi recenti è avvenuto in tutta Europa. Il referendum fu giudicato incostituzionale. Negli anni seguenti la determinazione indipendentista ha continuato a manifestarsi con le oceaniche manifestazioni della Diada ogni 11 settembre e con decisioni e prese di posizione politiche radicali dei rappresentanti catalani fuori e dentro le istituzioni locali. Con la chiamata ad un nuovo referendum il popolo catalano e la sinistra indipendentista in particolare lanciano una sfida allo Stato Spagnolo, dichiarando la volontà di rendere il risultato effettivo procedendo se necessario unilateralmente verso l'indipendenza.

Il rifiuto da parte delle classi dominanti di riconoscere la volontà popolare, quando questa ha libera possibilità di esprimersi, non riguarda solo la penisola iberica. Ogni volta che i popoli sono stati chiamati a esprimersi su scelte e temi decisivi per il proprio futuro il risultato è stato sempre un sonoro schiaffo ai poteri forti e alle classi dirigenti economiche e politiche dei rispettivi paesi, governanti sempre più per conto di una UE impegnata in un processo di centralizzazione continentale che spazza via democrazia e diritti.

Gli esempi non mancano: dall’OXI greco all’austerità targata Troika, passando per la Brexit supportata da milioni di britannici impoveriti dalla gestione liberista della crisi, fino al voto italiano del 4 dicembre al referendum costituzionale che ha espresso il profondo dissenso popolare verso la classe politica e la sua idea di revisione autoritaria dello Stato e della Costituzione nata dalla Resistenza.

L’espressione della volontà popolare in tutti questi casi è stata caratterizzata da una grande partecipazione e determinata dal voto delle classi popolari schiacciate da anni di crisi e da politiche lacrime e sangue, con una forte componente dei settori giovanili, ai quali, “riforma” dopo riforma, viene negato un futuro: effettivamente quei soggetti più colpiti dalle politiche di austerità.

A queste espressioni di sovranità popolare le classi dominanti hanno risposto manifestando la loro arroganza e il loro odio di classe. Si susseguono gli appelli al divieto di sottoporre al giudizio popolare questioni strategiche, appelli a diffidare del suffragio universale e addirittura a reintrodurre il voto per censo: il “popolo ignorante” non deve esprimersi sulle scelte politiche ed economiche perché non sarebbe in grado di comprenderle o di accettarne la presunta inevitabilità (...per la sopravvivenza e il rilancio di un capitalismo europeo nella competizione globale). In queste affermazioni abbiamo letto la preoccupazione della grande borghesia europea di fronte a risultati che mettevano in discussione gli equilibri sociali e internazionali esistenti.

Ora tocca al popolo catalano esprimersi a favore o meno dell’indipendenza dallo Stato Spagnolo.

All’interno del nostro percorso di lotta contro l’UE, verso la ricomposizione di un blocco sociale alternativo e antagonista, sostenere la lotta per l’indipendenza della Catalogna delle forze che operano per una rottura nazionale rispettosa del diritto all’autodeterminazione ma anche per una rottura sociale ed economica con i diktat capitalistici di Berlino e Francoforte, significa anche sostenere, costruire e rafforzare l'ipotesi di alternativa democratica e progressista per le classi popolari dei nostri paesi.

 

Noi Restiamo

Rete dei Comunisti

Collettivo Militant

Cuma

Genova City Strike

Csoa CortoCircuito

Zenti Arrubia

*** *** 

 

PROGRAMMA DELLE INIZIATIVE

(in aggiornamento)

 

lunedì 19/6 TORINO
ore 21 in Cavallerizza Reale (Via Giuseppe Verdi, 9)
con Noi Restiamo e Icar Iranzo della SEPC

 

martedì 20/6 GENOVA
ore 17:30 in Piazza dei Truogoli Santa Brigida
con Icar Iranzo della SEPC
con Genova City Strike, Noi Restiamo

 

mercoledì 21/6 BOLOGNA
Sala Benjamin, via del Pratello 53 ore 18:30
con Mireia Vehì deputata della CUP al Parlament Catalano e
Icar Iranzo della SEPC
Noi Restiamo, Zenti Arrubia, Rete dei Comunisti

 

giovedì 22/6 ROMA
ore al CSOA Cortocircuito (via Serafini 57 – Roma), ore 18:00
con Mireia Vehì deputata della CUP al Parlament Catalano
Icar Iranzo della SEPC
Collettivo Militant, CUMA, CSOA Cortocircuito, Noi Restiamo, Rete dei Comunisti
(a seguire cena sociale)

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